La giungla dei cantieri insicuri: più vittime nel 2015

cantiere edile

Mettetevi davanti a un cantiere della vostra città e guardate in alto. Quanti operai con elmetto e imbragatura vedete sulle impalcature? Probabilmente nessuno. Una situazione tristemente visibile, purtroppo, anche in grandi cantieri circondati da cartelli che fanno ben sperare che qualcuno adotti tutte le norme di sicurezza. Ma non è così.

Come possiamo meravigliarci quindi davanti al fatto che l’edilizia continua a essere il settore più colpito dalle tragedie sul lavoro.

I dati Inail lo confermano: nel 2015, su un totale di 878 vittime sul lavoro, il 15% appartiene al settore delle costruzioni. Vale a dire 132 morti. Rispetto all’anno precedente la situazione è peggiorata: nel 2014 le vittime dell’edilizia erano state 106 su un totale di 746, quindi il 14,2%.

Tra le principali cause di queste morti assurde emerge qualcosa di ancora più insensato, cioè la mancanza di appositi sistemi di sicurezza che andrebbero installati in fase di realizzazione o ristrutturazione degli edifici. Un esempio? L’inesistenza di semplici occhielli o delle cosiddette “linee di vita” a cui l’operatore si aggancia tramite l’imbracatura per poter lavorare in quota in tutta sicurezza. Capita spesso che il lavoratore abbia sì l’imbracatura ma non la possibilità di ancorarsi a una linea vita perché mancante.

Investire sulle attività di prevenzione e formazione dei lavoratori va benissimo, ma che non si trascuri l’importanza delle attività di controllo da parte di enti preposti.

“I lavori in quota possono esporre i lavoratori a rischi molto elevati per la loro salute e sicurezza, in particolare a rischi di caduta dall’alto e ad altri gravi infortuni sul lavoro. Ogni responsabile di un immobile (amministratore condominiale o proprietario) o il datore di lavoro, dirigenti e preposti possono essere coinvolti in azioni penali e civili qualora emergano violazioni o deficienze nei riguardi delle normative vigenti in merito alla protezione dei lavori in quota. Le linee vita di tipo stabile (secondo la norma UNI EN 795) sono costituite da un insieme di ancoraggi posti in quota sulle coperture alle quali si agganciano gli operatori tramite imbracature e relativi cordini. Esse vengono installate sulle coperture dei nuovi edifici per la loro manutenzione e per la manutenzione periodica di eventuali impianti o coperture fotovoltaiche, a seguito di una normativa nazionale attualmente adottata solo da alcune regioni italiane.”